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408 Giro del Mondo

regnare, finche l’esterminò un’altro Capo di ladroni.

In tanto Lì, lasciato bastante presidio in Pekin, si accinse a combattere il Generale Usanquey, che, con suprema potestà, comandava l’esercito Cinese, composto di 60. mila soldati; ed era occupato contro i Tartari nel paese di Leâo-tun. Avanzossi adunque all’attacco della Città; dove trovato Usan-quey, che difendevala gagliardamente; fece condurre il di lui Padre avanti le mura; minacciando, di dargli acerbissima morte, se egli la Città non rendea. Usan-queì da sopra le mura, in tale stato vedendo il Padre; genuflesso gli dimandò perdono, dicendogli: esser più tenuto al Re, e alla Patria, che a lui; e che era meglio morire, che servire a’ ladri. Lodò li Padre i sentimenti generosi del figlio; e volontieri piegando il collo, fu ucciso.

Per vendicare Usan-queì la morte dell’Imperadore, e del Padre, mandò una solenne ambasceria al Tartaro Cum-tè, (accompagnata da considerabili doni) invitandolo, a venire col suo esercito contro il Tiranno; stabilite fra di loro certe condizioni. Corse, non che venne quegli, con sessanta mila soldati in Cina; e fece


tosto