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Del Gemelli. 377

mente riposto. Infin che non si sepellisce, non vi è dì, che il figlio no’l visiti, e vi s’inchini; tenendogli avanti qualche odoroso profumo, e offerendogli cibi; che di poi si danno in limosina a’ Sacerdoti degl’Idoli, che sovente si chiamano, a recitar preci sopra il corpo.

A deliberare finalmente, quando sotterrar si debba il defonto, vi è un gran lavorar di conti, e gittar di sorti da’ maestri di cotal mistiere; i quali, secondo i precetti dell’arte, trascelgono quel dì, quell’ora, e quel punto, che gira il Cielo il più avventuroso, e benefico, ch’esser si possa. Statuitolo, si fa di nuovo dal figliuolo un solenne invito, di quanti più egli può avere, per accompagnamento, ed onore del Padre, e suo; e allora si fanno di bel nuovo quei quattro inchini, di cui i Cinesi mai non son nè sazj, nè stanchi. Indi s’avviano in processione. Precede a tutti un drappello di tamburi, di flauti, e d’altri corali strumenti: poi seguono figure d’Elefanti, e di Tigri, e imagini d’uomini, e di donne illustri nelle loro istorie: vistose macchine, come carri trionfali, e castella, e piramidi misteriose, e bandiere: tavole, altre con incensieri sopra, e soavi profumi;


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