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Del Gemelli. 365

ghe sino a’ piedi, che dicono Kúziù , o Zevy, e liganle con una cinta di seta; alla quale appendono poi la borsa del tabacco, il moccichino, il coltello, e i bastoncini dentro una guaina. Portano però i nobili un cinturino di seta, con ferri dorati, e gioje. Le calze, che usano, sono per lo più di seta, o di tela, e si chiamano Uvázì.

I nobili aggiungono alla camicia (che a’ villani serve di veste) un’abito lungo nero, detto Paozu, di color violetto, o pure d’altro, (con maniche strette, che hanno nell’estremità un poco di roverscio, come un’orecchia) che dopo essersi abbottonato, da sotto il braccio destro sino a’ piedi; si stringe con una cinta di seta, detta Tayzù. Sopra questa veste pongono il Guaytao, ch’è giustamente, come una mozzetta Vescovale, però senza il cappuccetto, e con maniche larghe; e questo si abbottona avanti il petto. I letterati l’usano lungo, le persone ordinarle corto, i Tartari cortissimo.

Andando per la Città in sedia, costumano i letterati portare stivali di seta (in luogo di scarpe) detti Xivézu, e sono di vari colori. Le persone ordinarie, che camminano a piedi, gli portano d’un


cor-