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ingegnosissimi, e dilettevoli romanzi, e libri di cavalleria simili all’Amadis, Rolando, e D. Quixotte; volumi infiniti d’istorie, ed esempli dell’obbedienza de’ figli inverso i Padri, e della fedeltà de’ vassalli a’ loro Re; dell’agricoltura, di discorsi eloquenti, di Poesie aggradevoli, di Tragedie, di Commedie, e d’infinite altre materie, che lungo fora il raccontare. Il più maraviglioso si è la gran faciltà, che hanno in comporgli; e tale, che vi sono pochi Licenziati, e Dottori, che non pubblichino almeno una, o due opere.

Fanno gran mostra del loro ingegno anche nella Medicina, intorno la quale han composto eccellenti Trattati. E’ vero, che pretendono di saper molto di polso, per conoscere, e distinguere le infermità, ed applicarvi i dovuti rimedj; però non posso persuadermi tanto, quanto l’amplifica il P. Daniello Bartoli[Nell’Historia della Cina par. 3. pag. 62. e 63.], il quale narra, che i Medici Cinesi non chieggono mai all’infermo dell’essere suo presente, nè del succedutogli da che è stato sovrapreso dal male; che ciò sarebbe un confessarsi alla scoverta ignorante: ma sedutisigli accanto, gli osservano attentissimamente circa mezza ora

     Parte IV. T il