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252 Giro del Mondo

Tacete, rispose il Mandarino, lasciate questi delirj. Vostra gloria, e vostra felicità sia tutta di voi, che siete stranlero; che per me tutta la mia gloria, e mia felicità consiste dentro questa cintura, e quest’abito di Mandarino: tutto il rimanente non è, che di favole, e di parole, ch’il vento porta via: e son cose, che si raccontano, ma non si vedono: quel che si vede è il vantaggio di governare, e di comandare agli altri. L’oro, e l’argento, le donne, e le concubine, come ancor la numerosa Corte, gli arredi, i banchetti, i sollazzi, e i beni tutti, e gli onori, e la gloria, son le conseguenze del vantaggio d’esser Mandarino. Questa è la felicità, che noi desideriamo, e che noi godiamo dentr’il nostro grande, e Sublime Imperio, e non la vostra, ch’e altrettanto inutile, quanto ella è invisibile, ed impossibile ad acquistare. Cosi parlò quell’empio Ateista.

Havvi ancor Mandarini, che non son di niun’ordine delli nove, chiamati Vi jo lieu, cioè a dire uomini indeterminati. Così vi sono d’altri detti Vûpin, cioè a dire, che non trovano ordine, che loro convenga, per essere i loro meriti sì grandi, che gli elevano al di sopra di tutti gli


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