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Del Gemelli. | 163 |
rogansi anche questi empi la potestà di far venir le pioggie a lor talento, e di farle cessare, e di divertir le pubbliche, o private sciagure. Questa setta ha oggidì ben pochi seguaci; essendo le due altre le più universali.
La terza setta è de’ Plebei, o Osciani, overo Bonzi, che hanno Idoli, e deità figurate in istranissime guise, e mostruose apparenze: e fra gli altri hanno quei due nominatissimi fin’ nell’ ultimo Oriente, Amida, e Sciaca. Questi han per contrario istituto de’ Letterati il nulla curarsi del publico, ma solo attendere a se stessi: e danno all’anima dopo morte una vita immortale, ed a quella premio, e pena a ragione de’ meriti. Lodano il celibato; e la verginità, sin’a condennare, almeno sotto voce, il matrimonio. E pur come non vi ha gente più vile di quella per condizione, così neanche più di lei trista, e nefanda per le bestiali immondezze; onde peggio de’ più sozzi bruti alla rinfusa si mescolano.
Scrivono, che questa setta sì pestilenziosa sia dall’Indostan venuta[P. Philip. Couplet. de scientia Sinica in via Confucij. p. 120.] in tal maniera, per quel che si legge nell’Istorie de’ letterati Cinesi. Regnava nell’Impero della Cina nel 65. anno dopo il nasci-
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