Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. IV.djvu/179


Del Gemelli. 153


Fanno loro grand’adorazioni, e riverenze, spezialmente quando vanno a desinare, o a cena, ungendone le bocche dell’imagini del grasso della carne cotta: e parte del pranzo, o cena in onore ancor loro pongono alla porta, credendo che coloro se ne cibino.

Molto più empia, e da ridere è l’adorazione[Mallet. descript. dell’Univers. to. 2 pag. 20.], che i medesimi Tartari fanno ad un’Uom vivente, che chiamano Lama, cioè Gran Sacerdote, o Sacerdote de’ Sacerdoti; per cagion che da lui, siccome da fonte, venga loro tutta la ragion della Religione, e dell’Idolatria: chiamandolo perciò Padre eterno. Questo è adorato come Nume[P. Kircher China illustrata cap. 4. pag. 72.], non solo dagli abitanti del luogo, ma da tutti i Re della Tartaria, i quali si riconoscono a lui soggetti per la Religione; perloche non solo eglino, ma i lor popoli ancora vengono in pellegrinaggio con quantità di doni per adorarlo, qual Dio vero, e vivo. Ed egli a gran grazia in un luogo oscuro del suo palagio si lascia vedere, ornato di oro, e d’argento, ed Illuminato di più lampane appese; sedendo in un’origliere di drappo d’oro, sopra una predella ben elevata dal suolo, e coperta di finissimi tappeti. Così tutti gli si prostano avanti


con