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98 Giro del Mondo

vidori a tavola, che per non fargli dispiacere vi condescesi; ma ben poi conobbi l’errore, poiche nel cammino presa meco confidenza con loro, mi servirono malamente, come si dirà col progresso del tempo.

Domenica 16. prima di porci a cavallo prendemmo qualche cibo, ed uscendo appresso fuora i Borghi, attendemmo ivi la brigata; e perciocchè indugiarono i vetturini a venire, un soldato Tartaro con la frusta ad un diede tanti colpi, che li fè la faccia tutta insanguinata.

Femmo il cammino d’un tratto tutto il giorno per colli, e monti, e piani ben accasati; ma l’abitazioni eran picciole, fuor solamente che una. Posammo la sera nella Villa di Tansican. Per lo cammino incontrammo a calca i passaggieri, e caravane di mule, e d’asini, che vanno, e ritornano dalla Corte, ed ancora picciole carrette ad una rota tirate, e girate da due persone, sopra ogn’una delle quali pongono tre, e quattro balle, che non porterebbono due mule in viaggio sì lungo.

Lunedì 17. in compagnia de’ suddetti soldati Tartari ripreso il viaggio, di buon’ora passammo la Villa di Suìì keü.


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