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come meglio potè la perucca, vi pose dentro. Ma temendo i sicarj, che ancor potesse vivere, venne uno di essi (ch’era Sacerdote) con un beccamarte in mano, per finirlo d’uccidere: vedendolo però in istato d’esalar l’anima, gli dimandò, se voleva confessarsi; e gli fu risposto, ch’era un Giudeo, e che se ne andasse in ora mala. Sopraggiungendo poi un Padre Domenicano diede segno di penitenza, e stringendo la mano spirò, dicendo: Il Sangue di Cristo mi vaglia. Gli trovarono nel petto da circa 30. palle; onde ammirando il valore di tal Cavaliere, ciascheduno diceva, ch’egli bisognava, che tenesse più spiriti vitali degli altri viventi, avendo tanto indugiato a morire.

I soldati dell’Armata, che stavano quasi tutti imbarcati, per partire il dì seguente, udite tante archibugiate, e poi la morte del loro Generale, accorsero al luogo; et avriano presa la dovuta vendetta di Tristano di Melo (che in braccio a due neri era portato in casa dell’Arcivescovo) se un’Auditore non gli avesse trattenuti, per dar luogo a Tristano, che si ponesse in salvo, dicendo loro: si fermi ciascheduno al Re. Ciò fu, perche il Generale, com’ è detto, s’avea con la catti-

     Parte III. E va