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maggiore, che co’ loro stessi naturali) nè si curava troppo della buona qualità, e del merito altrui. Partito che fu il V. Re, si tolsero l’Ancore, e cominciarono ad essere rimorchiati i vascelli da molti Parao (sono lunghe barche di 60. remi) e Balloni; assistendovi i Piloti della Città, per portargli fuori del Banco, ch’è avanti il Forte di Gaspar Diez; presso il quale rimasero il Martedì 17. per essere il vento forte.

Il Mercordì 18. continuando l’istesso vento, e non aspettando i Piloti della Città, che si mitigasse; tirarono su le ancore due ore prima del giorno; e principiarono a far rimorchiare di nuovo i vascelli da’ Balloni, e Parao. Ma rinforzandoli più il vento, mentre voleano evitare lo scoglio, diedero amendue nel banco d’arena; avverandoli quel detto: Incidit in Scyllam cupiens vitare Carybdim. Temendosi intanto, che venendo la corrente piena (essendo allora nella mancanza) il vascello non si aprisse; ogn’uno proccurò trarne la roba fuori, (particolarmente il danajo) e portarla a terra: e male per gli Piloti della Citta, se vedendo arrenati i vascelli, non fuggivano. Io condussi anche la mia roba in un vascel-


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