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all’infretta di galline, e riso; ma pane non ne trovarono, perche i naturali non ne mangiano. Il peggio fu, che bisognò partirmi all’ora medesima, in loro compagnia: e benche, per la debolezza, mi ajutasse a sostenere a cavallo un Canarino; non per tanto, me ne sentii molto male. La sera venimmo a pernottare in un bosco, vicino al Casale di Giambot, appartenente a un Say, o Principe dell’istesso nome: lasciando il Mogol godere di questi Paesi sterili a’ Signori, con annuale Tributo.

Passammo il Venerdì primo di Aprile, dopo poche ore di strada, per alcune capanne, dove erano le guardie della Dogana, e’ Custodi di cammino, che sono peggio che ladri. La sera alloggiammo nella montagna, presso alcune capannuccie di Contadini; da’ quali non trovai a comprare un pollo, nè alcuna altra cosa, per rinfrescarmi.

Il Sabato 2. scendemmo la precipitosa, e lunga montagna di Balagati, e camminammo tutto il giorno per lo paese del Savagì. Le Guardie, che a modo di Banditi, stavano appiattate per que’ boschi, mi arrestarono; e per segni presero ad interrogarmi, se sapeva tirar d’ar-


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