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nalì, appartenente all’istesso Principe Kiranì; dove quantunque fusse una guardia detta Ciavuchi, non mi fu tolta cosa veruna: forse perche il Capo di ella era meno degli altri barbaro.

La strada, che feci il Venerdì 11. fu per boschi più lieti, fra’ quali erano miniere di ferro. Fatte otto cosse venimmo nel Casale di Ciamkan, dove era mercato, e Dogana tenuta da’ Gentili, i quali non lasciarono di vedere le mie robe. Pernottai dopo altre quattro cosse in Sambranì.

In questo luogo risiede il suddetto Principe Sonde Kiranì karagià, dentro una Fortezza fangosa, cinta di mura alte sette palmi. Quanto al Casale, non è punto migliore degli altri del distretto; ha però un buon mercato, e Bazar. Da questo Casale solamente il Principe ha tre lecche di Rupie l’anno, che sono 180. m. scudi Napoletani; donde può farsi argomento quanto crudelmente gl’Idolatri, e Maomettani opprimanoi popoli con ingiuste imposizioni.

Il Sabato 12. tardi partitici da Sambranì, entrammo dopo 4. m. nel territorio del G. Mogol. Passate prima le guardie di cammino del suddetto Kiranì, mi


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