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vento cattivo, e ne tolse la speranza di veder terra anche il Lunedì 27. Prima però di comparire il Sole il Martedì 28. cominciarono a lusingarsi gl’ignoranti Marinaj, e Piloto di vedere la Terra e Fortezza dì Diù, che più d’ogni altra s’avanza in Mare. A tal lieta novella (secondo il costume Moresco) il Capitano imbandì la mensa di Cacciarì (che sono faggiuoli neri, riso, e lenticchie cotte insieme) a tutta la marineria. Mangiavano quella vivanda Indiana, inzuppando la mano in un piatto di butiro liquefatto, e poi empiendola in un’altro di Cacciarì, che in tal guisa si recavano a pugni nella gran fornace della bocca. E già che siamo a vista di Diù, almeno coll’immaginazione, non è fuor di proposito, lasciati i Mori fra’ loro giubili, e poco durevoli allegrezze, dar contezza al Lettore; che questa Fortezza è posta in una picciola Isola, molto vicina alla Terra ferma del Regno, e Seno di Cambaya: Nel suo porto ponno dar fondo grossi vascelli. Il Castello è posto sull’alto della rocca, nè può montarvisi, che per angustissimo sentiero tagliato nella stessa; di modo che un soldato con un legno può ben difenderla. E’ questa rocca strab-


boc-