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nell’estremità, per mantenerlo aperto: quando non può soffrire più il difetto della respirazione, colla corda, colla quale è ligato per sotto le braccia, dà segno a’ compagni, e questi con tutta la prestezza possibile lo tiran su; ciò che si replica più, e diverse volte per lo spazio di dieci ore. L’ostriche restano nel fondo ligate ad una fune, per torle a miglior agio.

Alcuni si pongono olio in bocca, per resistere maggiormente sott’acqua, e render chiaro il fondo, facendosene cadere qualche goccia di quando in quando. Passato Mezzodì, e tolte l’ostriche dall’acque, ritornano tutte le barche a terra, con un vento favorevole, che si leva dal Mare. Non si pigliano poi briga d’aprirle, perche lo fanno da loro stesse, corrompendosi; non essendo alcuno, che mangi volentieri la loro polpa, ch’è di mal sapore. I poveri vendono subito le perle a vil prezzo; ma chi non ha bisogno, le conserva sino a tanto ch’è finita la pesca, e poi le vendono tutte insieme a’ Baniani, e Mori. Costoro poscia separando le differenti qualità, vendono a minuto, per Abas in Persia, e per Ratì dentro l’Indostan; che son un’ottava meno del nostro carato Europeo, com-

Parte II. T posto