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Del Gemelli. 171

lah, dando loro danari, cose dolci, ed acqua di rose per rinfrescargli dal caldo del sermone.

Se non passa l’ultimo giorno della lagrimevole festa (detto da’ Persiani Asciur o lutto) non può qualsivoglia Turco farsi vedere in pubblico, senza gran pericolo della vita. Ed in fatti ne vidi uno il Martedì 24. che se non era presto a serrarsi in casa, sarebbe stato ucciso di bastonate; tanto e sì grave è l’odio, con con cui i Sunni, o Turchi sono perseguitati da’ settatori di Alì. Ridicolosa cosa fu quella, che fecero costoro il Mercordì 25. Posero una figura di paglia tutta intorniata di funi sopra un’asino, e la menarono per tutte le contrade della Città, come frustandola, ora dandole il nome di Omar, ora di Abumurgian suo compagno. In fine con una rabbia canina uccisero l’asino meschino, e bruciarono in una sol figura di paglia tutti e due gli uccisori de’ lor santi giovinetti: fatto, che ne diè gran materia di ridere il Giovedì 26. coll’Ambasciadore, e’l Padre Elia.

Il Venerdì 27. dopo desinare andai in Zulfa a visitare il Padre Buscer, Superiore della Missione de’ Padri Gesuiti.

Nel ritorno che feci per la strada di


Sciar-