il primo scopritore di tanta maravigliosa grandezza, e spaziosità di paese, quanta si è quella, che col nome di nuovo Mondo viene appellata (che che sia, che gli antichi1 piena conoscenza ne avessero avuta: di Vasco Gama, che intorno gli stessu tempi, colla navigazione, s’aperse all’Indie Orientali quella strada, che per Terra infinite barbare nazioni chiusa teneano: e degli Ollandesi finalmente, che, con tanta sofferenza, sotto il nostro Polo si sono innoltrati.
Grande in vero si è l’utilità, che nello Stato politico siegue dal viaggiare; ma grandissima, e sopra ogni altra da estimarsi è quella della Repubblica delle lettere: imperocchè sé vorremo gir le antiche cose rivolgendo, troveremo, che Platone non sarebbe altrimente a sì alto grado di sapienza pervenuto, se il desiderio di sapere non l’avesse primamente spinto in Italia, ad apparare alcuna cosa da’ Pittagorici, e poi in Egitto da’Sacerdoti.2 Pittagora stesso, dapoi aver lungo spazio dimorato co’ Maghi Persiani, si condusse, per simigliante cagione a Sparta. Licurgo,3 e Solone4 parimente tutta la Grecia, e l’Egitto visitarono; e tutti gli altri, che dell’ardore di gloria, e di dottrina s’accesero5. Se poi i nostri tempi ci porremo a disaminare, egli non puote in question recarsi, che a’ viaggiatori denno i Musei le più rare, e pregiate iscrizioni, e medaglie; le librarie i più antichi manuscritti; e tutti gli scienziati uomini le più pellegrine notizie. Quanto è ricca oggidì l’Università d’Oxford in Inghilterra, per gli famosi marmi (detti Arundelliani) dalla
- ↑ Plato in Timæo, et in Critia. Diodor. lib. 6. Aristot. io admirand. Lips. Philol. Stoic. lib. 11. dissert. 19.
- ↑ Diogen. Laërt. in vita Pyth. lib. 3.
- ↑ Strab. lib. 10.
- ↑ Plutar. in Solon.
- ↑ Cic. quæst. Tuscul.