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Del Gemelli. 45


Questo braccio, di cui ragioniamo, sarà largo un quarto di miglio Italiano, dove più, dove meno; movendosi così placidamente, che con due vele, contro la corrente, facevamo sette, ed otto miglia ad ora, sicchè può dirsi una delizia navigarvi con buona conversazione.

Il fiume Nilo, o Abanchì[Atl. 5. p. Aegyp. Tur. Prov.], (che suona padre de’ fiumi, in lingua Abissina) overo Tacui, giusta il parlare degli Etiopi, trae la sua origine da due stagni, o paludi (poste nel Regno di Goyama, sotto il comando dell’Imperadore Abissino) una detta Zambre, l’altra Zaire, donde sopravversando il mentovato Reame, l’Etiopia, ed altri paesi, corre a fecondare l’Egitto, per perdersi poscia nel Mediterraneo. Le di lui acque sono come fango, ma fattele chiarire, sono ottime a bere.

Il braccio, per lo quale noi navigammo volteggia; ad ogni modo non possono con certezza sapersi quante miglia siano da Roseto al Cairo, non facendosi il viaggio per terra; quantunque alcuni contino 150. miglia. La nostra navigazione fù felice, trovandosi allora il fiume nella sua maggior pienezza.

Attribuiscono i moderni[Atl. nel luogo cit.] due cagioni


a que-