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Del Gemelli. 31


Il padron della Tartana scese l’istesso giorno di Mercordì a terra, e benche fusse tardi, volle per ogni conto andare in Alessandria, per consegnar le lettere al Consolo; onde posto piede a terra anche io, in compagnia dello Scrivano, parlammo in Castello all’Agà, che gli diede un Giannizzero, che lo conducesse, e riportasse per tre pezze da otto, e mezza, menando seco un Cavallo, ed un Asino (che in quelle parti camminano prodigiosamente) per servigio d’amendue. Rivenne il Giovedì 30. a buon’ora il padrone, il quale ebbe litigio col Giannizzero, volendo costui altrettanto per lo ritorno; sicchè fu di mestieri andare in presenza dell’Agà col Giudeo doganiere, che gli accomodò colle buone, quantunque avesse già dato le tre pezze, e mezza per l’andare, e venire: A vanie solite di questi barbari, che praticano con Cristiani. Ciò vedendo mi posi in grandissima apprensione, per lo sbarco delle mie robe, che fortemente temeva di esporre alle rapine di sì fatta canaglia, col porle a terra; ma perchè la Tartana dovea partire per Cipro, presi risoluzione passarle in un’altra barca, senza toccar il suolo di tali masnadieri;


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