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378 Giro del Mondo

al piè sinistro una ben pesante catena di 14. annelli: poi mi condusse nella casa del Caffè, ed indi mi trasportò in quella d’un Fornaio Armeno; il quale vedendomi la notte dormire su d’una nuda tavola, ebbe la carità di darmi un sacco per ricoprirmi. Però più che la durezza della tavola, mi cruciavano la mente mille pensieri e di timore, e di speranza, i quali non mi davano minor noja del rumore, e strepitoso canto de’ Fornari; e delle morsicature degli animali notturni, di cui abbondava la stanza. Due notti sole stiedi in essa, perche il Turco soprantendente si lagnò, che io passeggiava con le scarpe sulle tavole del pane; onde mi menarono nell’altra, dove il pane si dispensava. Quivi un Polacco mi accomodò una coltre sulle tavole, dandomi per guanciale un suo mantello cosi ben fornito d’animaletti, che la notte seguente, per servirmene lo feci lavare; altrimente meglio mi sarei contentato d’una selce.

Benche i Turchi mi avessero vietato il conversare, e lo scrivcre, tanto feci il Sabato 3. che diedi contezza della mia prigionia a Mr. Mener. Egli subitamente andò a parlare al Capitan Bassà per la


mia