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Del Gemelli. 377

carene delle galeazze, appresso a gran moltitudine di gente, non si soddisfece, ma si pose a vedere se addosso teneva scritture: nè trovadone alcuna (per aver io avuto sempre l’accortezza di lasciarle in casa, quando andava in luoghi sospetti) cominciò ad eseguire il di più che gli avea ordinato il Capitan Bassà. Mi fece adunque scalzare, e levare le gambe in alto in atto di farmi battere; tenendo due schiavi i bastoni nelle mani, mentre altri due mi tenevano in alto i piedi. Ma persistendo io nell’istessa narrazione, dandogli puntuale ragguaglio di tutto il mio viaggio; ed essendo l’ordine del Capitan Bassà solo di darmi terrore, senza passare all’effettive bastonate, mi rilasciò: rivedendo però di nuovo tutte le mie vesti, per ritrovarvi scritture, perche s’aveano immaginato, ch’io disegnava sul libretto di memoria la poppa d’un vascello; e buon per me fu, l’aver lasciata ogni scrittura in casa: solamente trovò una letterina, che mi era stata data da un Francese per portarla in Ispahan; perche l’orologio, e 20. zecchini gli avea nascosti, che se gli avesse trovati il Turco, mai più gli arebbe restituiti.

Terminate tai diligenze, fece pormi


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