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376 Giro del Mondo

lità, e nome dell’amico; e con tutto che le risposte soddisfacessero, mi condussero avanti il Capitan Bassà, dove aspettai mezz’ora, senza potergli parlare. Alla fine eglino ne diedero contezza al Provveditor Generale dell’Armata; il quale andato dal Capitan Bassà, nel ritorno mi comandò che andassi con un’ufficiale, che giusta l’ordine avuto condottomi al bagno de’ schiavi, mi consegnò al carceriere da parte del medesimo Capita Bassà.

Allora io cominciai ad esser sorpreso da grandissimo timore, in considerando, che mi trovava preso come spione da Barbari, ne’ cui petti non regna pietà, nè ragione, ma sopra vane immaginazioni fondano il meglio del loro operare. Volli in venendo al bagno parlare ad un Giudeo, acciò avvisasse Mr. Mener della mia prigionia; ma il Turco lo sgridò, correndogli dietro con sassi, sì che fuggì, e saltò ii Giudeo come un cavriolo. Il carceriere, barbaro di sede e di costumi, il primo passo che diede, fu di riconoscermi s’era circonciso; e vedendo che no, cominciò a porre in opra le minaccie, prima d’esaminarmi. Sentendo, che non era Veneziano, ma che per mera curiosità era andato a vedere le galeotte, e le


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