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Del Gemelli. 375

comunicai; e il dopo desinare per mera curiosità dì vedere 24. bergantini di 28. remi l’uno, e sei galeotte di 42. e 44. desinate contro l’Armata Imperiale in Ungheria, inciampai nel funesto accidente, ch’ora sono per narrare. Sbarcato nella Darsena, vidi quella picciola Armata (provveduta di buona ciurma, e di 8. m. soldati) che per lo Canale dovea passare al Mar nero, ed entrare nella foce del Danubio, per combattere la contraria. Osservati lungamente questi piccioli legni tutti nuovamente fabbricati, mi spinse il Destino a vedere due carene di galeazze, che da più anni incominciate, restano imperfette, senza continuarsene il lavoro. Volendo quindi dare alcuni passi avanti appresso a gran moltitudine di persone, mi udii chiamare da un Turco, ch’era dì guardia: non gli diedi alcuna risposta, e passai più oltre; ma egli mi sopraggiunse, e mi condusse nella barracca d’un Capitano Francese rinegato. Costui mi fece vari quesiti; e volendo sapere alla fine dove andava, risposi, che andava in busca di un’amico. Non perciò mi lasciarono, ma menatomi avanti il Capitan Mezzo-morto, cominciarono tutti uniti a farmi più dimande della qua-


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