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342 Giro del Mondo

do, perocchè avevamo il vento per prora. Posto piede a terra, presi in affitto due cavalli per una piastra, per andare per terra la mattina a Smirne, distante 40. miglia; considerando, che per Mare poteva dimorar lungo tempo, a causa del cattivo tempo: però una burrasca, che sopravvenne la notte, abbonacciò talmente il Mare, che ben per tempo mi avvisarono, che dovevamo partire.

In fatti il Mercordì 17. ci ponemmo di buon’ora in cammino. Osservai all’uscire del porto un picciolo Castello con nove cannoni a fior d’acqua. E’ ben vero, che un Capitan Bassà voleva farne fabbricare un’altro in una picciola Isola distante un miglio; ma la morte interruppe il disegno. La Terra della Focia è per altro picciola, circondata di mura, e con due porte; però tiene un’ottimo porto, capace di grosse navi sin sotto le muraglie. Per lo buon vento, che continuò approdammo a Smirne su le 21. ora, dopo di 21. giorni di penoso viaggio; perche in compagnia di Turchi un Cristiano se non s’arma della pazienza di Giobbe, si può perdere in sentendo a tutte l’ore le solite parole ingiuriose di essi: Nasi nasic, e Giaur;


e non