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Del Gemelli. 333

che poco più sopra fa il fiume fra lo scosceso de’ monti, ritornai in dietro.

Venne la sera nella nostra osteria Mr. Vitcon mercante Inglese molto ricco, per cenare, e bevere con noi; imperocche quantunque vi fussero sei Francesi a tavola, la gara nondimeno, e le guerre fra le nazioni non deve rompere il corso delle amicizie private, spezialmente in paese straniero, e barbaro. Mangiò adunque, e bevè bene l’Inglese, e un Genovese suo compagno, non meno che i sei Francesi; a segno tale, che s’ubbriacarono, e si tinsero il volto l’un l’altro senza corrucciarsene. Io non potendo tener testa nel bere con tai nazioni, andai a dormire, serrandomi dietro la porta, che poi vennero per rompere i baccanti; ma trovandola ben serrata, ebbero il travaglio di ritornarsene, senza far nulla.

Domenica 24. mi fu riferito, che l’antecedente giorno era venuto in Galata il Caimecan, ed avea posto alla galea dodici Greci, ed un Giudeo. Poi andando nel Casale di Carachioy incontrai il figlio di D. Giuseppe Marchese Messinese, che per vivere facea il mestiere di comprare, e vender vino; siccome faceva suo


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