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12 Giro del Mondo.

a tempo, feci imbarcare le mie robe, ed attesi in tanto a spedirmi d’un’affare di importanza. Lo condussi a fine con ogni prestezza, ma pure trovai di già partita la Tartana; e quel, ch’è peggio, con quanto io teneva, senza che sapessi il nome del Padrone, nè della nave. Non mi sgomentai però, ma informatomi in Dogana, ebbi contezza, che la Tartana era andata in Alì, a caricar vino; onde non parendomi di perder tempo, trattandosi colla perdite della robe, di rompersi il filo dello stabilito viaggio; mi posi l’istesso giorno in una feluca, che andava in Augusta; licenziandomi frettolosamente dal Lacquaniti, e sua moglie.

Con vento prospero passammo il tanto rinomato, quanto periglioso Canale del Faro; alleggiando nel mentre la malinconia col gittar l’occhio, a sinistra su i delizosi giardini della Catona, e Reggio; e a destra dell’Isola, sulle vaghezze del Drommo Borgo di Messina, che per più miglia in ben compartite casette, ed orti si distende: indi sul Casale di San Stefano, e San Placido Monastero de’ Benedettini; posto su d’un’eminenza, che lo sito vantaggioso, ha dato motivo nell’ultime guerre de’ Mes-


sinesi,