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Del Gemelli. 245

all’Ambasciador di Francia, il quale abitava passato il ponte, e Casale di Jenimaret, lontano due miglia dalla mia stanza, e vicino al serraglio del G. Signore, detto da’ Turchi Serray-ovasi. Saputo il mio arrivo mi ricevè con molta cortesia, offerendomi la sua protezione, della quale mi facea d’uopo in vero in paese così barbaro, e pieno di calunnie. Dopo desinare andai a vedere una maravigliosa Burza, lunga mezzo miglio, detta Ali-bassà dal nome del Fondatore. Consiste in una gran volta con sei porte, che da ambi i lati ha 365. ricche botteghe d’ogni genere di preziose merci (compresevi anche quelle, che sono lotto la volta della porta maggiore) tenute da’ Turchi, Giudei, Armeni, e Greci; che pagano agli eredi del fondatore, e a’ compratori cinque piastre per ciascheduna il mese, e mezza piastra alla Moschea di Vecerfelì; per donativo fatto dal G. Signore, a cui apparteneva. Vicino a questa Burza, è la strada di Scracì, con ben’ordinate botteghe di varie mercanzie, che per un miglio porgono dilettevole oggetto alla vista. Ella è coperta con tavolette a forbice, che lasciano a’ lati piccioli forami, per


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