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gli dal rinegato Veneziano) con una copiosa audienza di mercanti Francesi, e Capitani di vascelli. Non venendo all’ora solita il Giudeo in casa, fui a trovarlo nel Xan, dove abitava: all’uscire che feci, il Servidore del Caragì Bascì, o Capo degli esattori del tributo (che stava avanti la porta) mi dimandò, se io era Portughese (intendendo con tal parola s’era Giudeo) e rispondendogli, che nò; non volle darmi credenza, e mi condusse preso avanti il suo padrone; il quale facendomi l’istessa dimanda, ed io replicandogli, ch’era Francese franco di tributo; volle il pegno, che poi mi su fatto restituire subito dal Consolo.

Erano alla vela per Livorno tre vascelli Ragusei Lunedì 7. ma il Consolo di Francia impedì la partenza, col pretesto, che di là portavano poi a Smirne panni d’Inghilterra, e di Olanda; però altri dicevano, ch’egli volea mille piastre da ciascheduno per lasciargli partire; di che ne portarono quegli le doglianze all’Ambasciadore Francese, nè so qual risoluzione ne riportassero. Fui il Martedì 8. nella Chiesa de’ PP. Gesuiti, per vedere un’amico, col quale volea consigliarmi per la buona direzio-


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