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Del Gemelli. | 171 |
dove due nudi mi usavano soperchieria.
Peggio fu quel, che mi succedette nel Casale del Buon Ladrone, dove un miserabile scalzo mi corse dietro, sgridandonmi, che mi fermassi, sino a tanto che venisse il Cafarriere (o esattore dei tributo) Arabo suo padrone. Ubbidii, ed essendo questi sopraggiunto, cominciò per segni a chiedermi danari, con tutto che il Muccaro lo avesse di già soddisfatto del Cafarro; perocché egli altresì all’abito mi giudicava mercatante. Avendo io risposto, che non ne avea addosso, per avergli lasciati in Rama; prese il buon’uomo a cercarmi, cominciando primamente da’ calzoni; come pratichissimo nel mettere di ladroneccio: e conoscendo per prova, che non ne avea, volle, che promettessi di pagargli una piastra in Rama; altrimente m’avria menato preso nella vicina montagna. Per iscampar da sì fatto pericolo, gli promisi ciò che non doveva, ed egli ben per tempo venne a riscuoterla; ma io la feci pagare dal Cafarriere, che per 28. piastre s’era obbligato liberarmi da tai furberie, e condurmi in Jaffa a sue spese.
Da questo accidente potrassi comprendere, quanto poca giustizia s’ammi-
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