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116 Giro del Mondo

esplicava con segni) mi accomodai al suo gusto, per non trarre più in lungo la disputa senza frutto. Egli si è in vero molto da compatire un Cristiano in mano di questi barbari, nei cui petti è spento ogni seme di verecondia, e di pietà. Eglino non si contentano mai, se non veggono vuota la borsa, avvisandosi l’un l’altro della qualità della preda; onde bisogna in questi paesi, particolarmente d’Egitto, portare due bisaccie, una di danari, e l’altra dì pazienza; ciò che io non tralasciai di porre in opra, per visitare Terra santa.

Partiti adunque verso il tardi, l’istesso giorno di Domenica 23. con buon vento, camminammo tutta la notte; e costeggiando il Lunedì 24. un paese tutto arenoso, e privo di abitazioni; con l’istesso prospero vento, giugnemmo a un’ora di notte in Jaffa, dopo 250. miglia di cammino. Altra noja in vero non ebbi per via, che il continuo gridare di que’ barbari, poco pratici dell’arte del navigare; imperocchè quantunque l’abbiano appresa da’ Cristiani, onde è, che usano i medesimi termini marinareschi; non per tanto non sanno cosi bene avvalersene.


Essen-