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gressiva dell’integumento, il cui gonfiamento sorpassa ad una certa epoca il solco, e si rende palese anteriormente senza che siavi necessità far levare il piede. Aumentando il dolore negli stessi rapporti, l’animale zoppica sempre più e finisce col non appoggiarsi che con estrema difficoltà sul membro ammalato. Il fondo del solco, rossastro e rugoso nei primi tempi, imbianchisce poco a poco, prende in seguito una tinta livida, e si cuopre, siccome rapporta Favre, d’un po’ di materia di consistenza caseosa, di colore grigio biancastro e d’un odore forte e fetido. Continuando la malattia, si formano piccole ulcere, sorta di crepacce irregolari, nerastre, le quali si riuniscono in una sola o due cavità i di cui lembi sono filamentosi e callosi. Questa piaga, rossatra e dalla quale cola un umore icoroso, corrode insensibilmente, e finisce col mettere a nudo il legamento interdigitato. A questo tempo i dolori sono eccessivi; il pastorale, il nodello e persino lo stinco s’intumidiscono e divengono dolorosi; il bue non appoggia quasi più, o ben poco sul piede ammalato; la febbre di reazione è considerabile e non tarda a divenire generale; la ruminazione resta sospesa ed il marasmo si manifesta prontamente.

Le cause le più ordinarie della lumaruola sono la sordidezza e la rena che s’interna, per così dire, nella cute del fondo del solco. Pel soggiorno pro lungato tra due unghielli, il letame, i fanghi acri ed altre materie irritanti deteriorano insensibilmente la cute, la fanno screpolare, e danno così origine a fen-