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terate che fa l’animale allorchè si sente preso all’estremità. Fissando il piede al timone, bisogna avere la precauzione di fermare il laccio con un nodo il quale si possa sciogliere a volontà ed immediatamente; l’animale può alle volte rovesciarsi ed importa molto liberargli prontamente il piede, affine evitare accidenti spiacevoli. Allorchè si teme simile caduta, bisogna sostenere il corpo del bue mediante una lunga spranga, fissata colle sue due estremità, una al timone e l’altra alla ruota, in vicinanza della testa dell’animale; importa pure che l’estremità fissata al timone passi sotto la coscia del membro levato, ciò che stabilisce un punto d’appoggio solido e molto vantaggioso1.

La pecora, la quale non oppone alle forze dell’uomo che debole resistenza, è, fra tutti i quadrupedi domestici, il più facile a contenere; non esige, allorchè deve subire un’operazione al piede, che il soccorso d’una sola persona, senza impiego di lacci. Essendo l’animale rovesciato sul dorso, l’assistente ne tiene il corpo levato fra le sue gambe, mentre che la groppa appoggia quasi sola sul suolo. Se l’operazione deve eseguirsi all’uno dei piedi anteriori, il medesimo assistente s’impadronisce soltanto del membro opposto e lascia gli altri tre in libertà; se al contrario è uno dei piedi posteriori che deve essere operato, impugna con una mano le due estremità an-

  1. Questo mezzo usitato nel Maine-et-Loire ci venne comunicato da Maillet, sotto-professore alla scuola d’Alfort; dobbiano pure alla sua compiacenza molte osservazioni concernenti le malattie dei piedi del bue.