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Allorchè la suola si trova sollevata in maggior parte dalla materia, bisogna disporre il piede alla dissuolatura ed all’esportazione di tutta la parte.

Conviene perciò cominciare, col pareggiare a piatto, assottigliare la suola e la forchetta, avendo la precauzione di non indebolirla di troppo; dopochè si continua ad abbattere l’orlo della parete sino alla rugiada; si termina questa manovra preparatoria col distruggere i due puntelli. Il piede così disposto, si fabbrica un ferro a dissuolatura,) come fu precedentemente descritto (Tav. III, fig. 21), e si attacca con chiodi a lama dilicata. Dopo essersi procurati tutti gli oggetti di medicazione, siccome stecche, traverse, faldelle, ec., come pure dell’acquavite diluita in certa quantità d’acqua, si atterra il cavallo, oppure si fissa convenientemente in piedi, ciò che è da preferirsi; si sferra e si procede alla dissuolatura. L’operatore

    appartenente al S. D. L’animale che era stato operato da un chiodo da strada, era in cura da circa due mesi; la suola con siderabilmente sollevata, presentava all’uno dei quarti una fistola dalla quale sortiva una materia puriforme, densa e sanguinolenta. Consigliai una nuova operazione, il proprietario vi acconsentì e mi pregò eseguirla. Dopo avere estirpata la suola e tutte le carni intumidite, scuopri un’esfoliazione avente il volume e la forma d’un fagiuolo, presentante nel mezzo una piccola cavità nerastra, la quale era evidentemente la traccia della punta del chiodo. Con cure e medicazioni regolari, il cavallo guarì in quindici giorni, e fu, a capo di circa tre settimane, nel caso di riprendere il suo servizio ordinario. Fatti di questa sorta non sono rari; produco questo solo per meglio far sentire l’importanza di non lasciare nell’interno delle carni le esfoliazioni ossee o tendinose.