Pagina:Girard - Trattato del piede negli animali domestici.pdf/129


— 123 —

levati tutti i mezzi di difesa, l’operatore fissa il membro ammalato in modo che possa agire liberamente e con tutta sicurezza, tanto per incidere ed esportare, quanto per applicare il conveniente apparecchio; distacca il ferro, se non l’ha già fatto, prima di coricare l’animale; taglia i crini, se ciò è necessario, e passa attorno al pastorale una legatura od una grossa cordicella bastantemente stretta perchè possa servire di tornichetto ed intercettare la circolazione del sangue. Prese queste precauzioni, procede al l’operazione, cominciando col separare sino al vivo la porzione d’ugna che si propone estirpare, e che distacca tosto dopo col soccorso dell’elevatore, d’un pajo di tanaglie e con uno stromento fatto a guisa di foglia di salvia. L’esportazione di questa porzione d’ugna basta alle volte per mettere allo scoperto tutto il male, senza che siavi bisogno di più innoltrarsi, sovente non è che il preludio di grandi guasti cagionati dall’estensione o dalla profondità della lesione. Esportata l’ugna, trovasi obbligato prolungare le incisioni, fare nuovi tagli ed amputare molte delle parti rinchiuse nello zoccolo; è alle volte anzi necessario sbrigliare, e giungere sino all’osso del piede o sino al sessamoideo minore, che si rastia o che cauterizzasi nei punti intaccati.

Quasi tutte le operazioni del piede esigono l’impiego di una forza più o meno grande e sufficiente per superare la resistenza che oppongono alcune parti, siccome il corno e le cartilagini laterali del l’osso del piede. Questa resistenza venendo a cedere