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italiana. Cosí il fascista accetta, ama la vita, ignora e ritiene vile il suicidio; comprende la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena; vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri... Il Fascismo crede ancora e sempre nella santità e nell’eroismo, cioè in atti nei quali nessun motivo economico, lontano o vicino, agisce».

Quando al Duce, che dichiarava di non essere d’accordo con chi riteneva che gli eserciti giganteschi sono una garanzia di pace, fu mosso il rilievo: «Eppure Voi educate i fanciulli in modo bellicoso», Egli rispose: «Io li preparo per la lotta della vita. Anche per quella della Nazione».

A questo duplice scopo mira dunque e deve mirare l’educazione guerriera.

I Comandanti federali, nella loro maggioranza, se non nella loro totalità, temprati dal fuoco della guerra, sanno che, a formare lo spirito guerriero, concorrono anche le forme esteriori, come le parate, le esercitazioni, lo sport, le istruzioni premilitari, alle quali i giovani devono sentire la fierezza di partecipare, le crociere, le colonie estive e invernali, che rinvigoriscono la salute. Essi devono soprattutto impedire qualsiasi forma di deviazione, tenendo sempre pre-


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