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costruttiva, venendo a mancare le occasioni piú immediate e appariscenti, atte ad entusiasmare gli spiriti generosi, e sorgendo invece necessità di un lavoro silenzioso e continuo, non è da escludere che l’anima giovanile possa ristagnare. Il nemico potrebbe volger a proprio vantaggio tutto ciò, come cerca di trarre vantaggio da ogni traversia della vita del Regime, abbia o non abbia rapporti col Fascismo, sia effetto di profondo disagio dei popoli o effetto di insignificanti miserie individuali. Tutto vale per inoculare il veleno della diffidenza, per incrinare la saldezza della fede fascista.
Anche su questo terreno i tentativi, non meno disperati, riescono vani, perché i giovani sanno che carattere della Rivoluzione fascista, e comandamento del Duce, è «durare»; che la Rivoluzione fascista, anche nella fase costruttiva, non consente stanchezze e che se «le forme della Rivoluzione sono cambiate, una condizione è sempre rimasta: il coraggio, e precisamente tanto quello fisico, quanto quello morale». La Rivoluzione è in atto contro le avversità degli uomini, secondo le contingenze; ed è sempre in atto, contro le avversità ineluttabili della vita. Il comandamento del Duce: «andare al popolo» è di cosí vasta e umana comprensione, che tutta la gioventú può trovarvi le ragioni
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