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Il sentimento religioso, bene inteso e ben diretto, è sempre una forza potente per l’elevazione dei costumi dei popoli.
L’opera educativa deve essere costante.
Nelle adunate, nelle gite, nelle escursioni, nelle visite ai monumenti, ai campi e ai cimiteri di guerra, innanzi a fatti di coraggio che nobilitano, o di viltà che degradano, i comandanti, nei limiti delle loro possibilità e in rapporto alla capacità dei giovani, possono e debbono sempre trarre lo spunto per poche parole che, semplicemente, senza la ricerca di effetti oratori, dicano della bellezza di ogni virtú civile, di ogni virtú guerriera, e come splenda la memoria di chi ha saputo accrescere la potenza e la gloria della Patria.
Nei giorni che crederanno piú indicati, leggano ai giovani gli scritti di Arnaldo Mussolini e rammentino loro, o curino che altri rammenti la storia della Patria, cosí ricca di glorie.
Rammentino, specialmente, la storia delle ultime guerre nostre, il sacrificio dei morti e dei mutilati e la dura parola che la guerra ha scritto nella coscienza dei popoli e degli individui.
E rivivano e facciano rivivere, nell’animo dei giovani, i vari momenti della insurrezione delle Camicie Nere, che si conchiuse con la Marcia
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