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all’istinto della conservazione, in vista del pericolo e, nella battaglia, hanno dato prova di inatteso valore.

Naturalmente non si potrà parlare di educazione integrale ed efficace, se quella morale, quella spirituale e quella guerriera saranno considerate come momenti distinti e successivi e non come tre aspetti di uno stesso ideale educativo; se non saranno impartite a seconda dell’età e a seconda delle categorie; se non avranno come obbiettivo la fermezza morale, il vigore intellettuale e fisico; se l’educazione fisica non mirerà, anche, a fortificare spirito e volontà.

L’educazione intellettuale e l’educazione morale non so concepirle distinte, come non saprei concepire puro motivo ornamentale dello spirito alcun ramo dello scibile; né la scuola, da quella elementare a quella universitaria compresa, so concepire se non in quanto si risolva a formare una coscienza e una volontà fasciste. Non bisogna, insomma, essere «...degli stranieri in Patria!» E i giovani sappiano, e ne siano intimamente convinti, che la scuola deve concorrere a formarli, cosí come il Duce li vuole.

L’assistenza religiosa valga, attraverso il rito, a ravvivare e a rafforzare il senso del divino e lo spirito di sacrificio.


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