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zione fisica. La famiglia, la scuola, l’esercito, la guerra, la rivoluzione, la vita mi hanno fatto quale sono.
Non posso, dunque, pormi, e se anche lo potessi non lo farei, ad una trattazione sistematica dell’argomento.
Trarrò dalla mia esperienza le poche norme che ritengo fondamentali per la formazione dei giovani fascisti.
Ben s’intende, quanto verrò dicendo in seguito circa i principi e i criteri che io intendo siano tenuti presenti nella formazione dei giovani fascisti varrà, nei limiti adeguati all’età, anche per gli avanguardisti e per i balilla; poiché il balilla e l’avanguardista di oggi saranno domani giovani fascisti, e tutta l’educazione fascista ha — per la sua inconfondibile spiritualità — carattere finalistico.
Condizione prima: i capi e i gregari debbono avere fede nella necessità e nella efficacia dell’opera educativa, la quale non si improvvisa. Essa è, soprattutto, costituita dall’esempio.
In guerra, l’esempio costante dei comandanti è stata la forma educativa piú aderente alla spiritualità del soldato e per ciò stesso la piú efficace; l’esempio incitatore di un ufficiale ha trascinato i soldati, che, scossi nel sentimento dell’onore e del dovere, hanno saputo reagire
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