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Anche per un’altra considerazione non deve essere consentito l’agonismo fra i giovanissimi: dobbiamo infatti fondare, fin dagli inizi, nel cuore della gioventú lo spirito di collaborazione, la volontà di coesione, la disciplina interiore, virtú che si formano in modo eminente con le attività che si possono chiamare corali, e in cui la massa è fatta vibrare all’unisono e i cuori e i muscoli sono legati da un’unica volontà. In questo aspetto mistico dell’attività collettiva, per il quale ad un complesso inizialmente eterogeneo e indisciplinato viene data un’anima sola, fondando la vera disciplina, è racchiusa gran parte del suo valore educativo.

Non bisogna d’altra parte opprimere per principio la spontaneità, lo spirito d’iniziativa e ogni sano individualismo. A queste qualità, che potremmo dire native di noi italiani, deve essere consentito di manifestarsi nei momenti opportuni, negli intervalli tra esercizio ed esercizio, e, in modo piú libero, durante i giuochi. Ma vedremo che, mercé l’intelligente e metodico esercizio della disciplina collettiva, anche le manifestazioni individuali piú spontanee verranno ad assumere quella maggiore armonia, quel piú vigilante senso della collettività, che si esprime in definitiva nel rispetto altrui come in tutte le altre forme di educazione civile e,


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