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UN PENSIERO

sull'arte di Masaccio



La scuola giottesca fece balenare nelle pareti delle basiliche, nelle devote imagini votive, nelle tavole meravigliose degli altari tanto lume di bellezza, che l’opera dei secoli e i progressi della pittura non valsero ad oscurarlo. Però gli alti intendimenti di cotesta scuola brillavano solo nel gentil profilo dei volti, negli sguardi celestiali delle Madonne, nelle movenze castigate e nel rapimento estatico delle figure. Parve che un’aura di angelica soavità avvolgesse e guidasse la fantasia di quei primitivi, dei quali si sarebbe detto che dipingevano in ginocchio, quasi assorti nella muta contemplazione dei divini misteri.

Erra chi dice, che i pittori venuti dipoi ingentilirono l’arte, solo perché la spogliarono di certe goffaggini dovute alla imperizia del disegno. Meglio sarebbe dire, che essi ne svilupparono i germi, adattandola ad una più schietta imitazione della natura. Il candore sovrano dei giotteschi non teme rivali; ma esso non