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che vi fosse posto mano nell’anno successivo, come si ha da Giovanni Villani seguito da tutti coloro che dipoi scrissero di questo castello 1; il quale divenne ben presto popoloso e fiorente per le immunità concesse e le franchigie largite per dieci anni ai suoi primi abitanti 2.



    vettovaglie, mediante i mercati; ne fece Arnolfo il disegno, l’anno 1295, e soddisfece di maniera così in questa, come aveva fatto nell’altre cose, che fu fatto cittadino fiorentino». Vasari, Vita di Arnolfo. Il Rohault de Fleury nella sua opera La Toscane au Moyen Age dà nella tav. LXVIII il profilo e la pianta di San Giovanni.

  1. Villani, VIII, 17. Così anche il Boninsegni, il Poggio, l’Ammirato I e Leandro Alberti (Descriz. d’Italia). Leonardo Aretino (Hist. Florent. Lib. IV) scrive: «Versus dehinc ad magnificentiam populus, regionem simul et urbem decorare aggressus, medio ferme spatio inter Arretium et Florentiam, duo condidit oppida, ut forent simul ornamento simul belli presidio; et alterum quidem in sinistra Arni ripa situm, cui nomen dedere a patrono civitatis; alterum trans Arnum a dextra fluminis parte, quod Francum appellarunt». Nel Libro de’ Capitoli dell’Oratorio di San Giovanni, codice membranaceo del 1484 che si conserva nell’archìvio comunale, si legge, al Cap. II: «Manifestamente aparisca e certo sia a ciascheduna persona come corrente l’anno 1298, pel magnifico et excelso popolo fiorentino fu edificato condito e posto nel Valdarno di Sopra presso al fiume Arno un castello uocato et apellato il Castel di S. Giovanni in altura». Il Gherardi Dragomanni, nelle Memorie della Terra di S. Giovanni (Firenze, Formigli, 1834), cita un documento del 13 marzo 1300, ove già si parla della Curia del detto castello. Ma nella provvisione della Signoria di Firenze riferita dal Gaye, (Carteggio, Vol. I, app. II, è detto: «Tres terræ fiant in partibus Vallis Arni superioris, duæ in planitie de Casa Ubertini (Castelfranco e Terranova), alia juxta burgum Plani Alberti, pro honore et jurisditione Communis Florentini, cum muris et foveis et aliis fortilitiis». È del I° gennaio 1300, nel quale anno fra i soprastanti all’opera del murare si trova nominato Petracco, padre del Petrarca. V. Gherardi Dragomanni, op. cit. p. 129, e Repetti, Diz. geog. ec., V. 54-55.
  2. «... e francarono tutti gli abitanti di detti castelli d’ogni fazione e spesa di Comune per dieci anni, onde molti fedeli del Valdarno dei Pazzi e degli Ubertini e di quei da Ricasoli e de’ Conti ed altri nobili, per esser franchi si fecero terrazzani. Per la qual cosa in poco tempo crebbono e mol-