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Lo Specchietto 67


Ma Paccheri non era persuaso. Ad ogni momento tra una bestemmia e l’altra diceva:

— Eh! Lo scoprirò chi è stato! Voglio scoprirlo ad ogni costo. — E durò a dir così per tre o quattro giorni e dalla bile, che aveva in corpo, non mangiava neppur più.

Passa un giorno, ne passan due, ne passan tre, domanda ed intende, ma nessuno gli sa dir nulla. E poi nessuno sapeva raccappezzarsi come potevano aver fatto a portar via due sacchi di grano, che non sono mica una piuma, quasi di sotto al capo a quei due che erano a badargli.

— Eh! caro Paccheri, — gli diceva mio padre — bisogna che tu metta l’animo in pace; ormai il grano tu non lo ritrovi; lo ritroverai, se te lo riporta chi te l’ha rubato. Un’altra volta invece di fargli badare, badagli da te.

Allora sì che entrò in bestia e che sagratava.

— Vuoi scommettere — disse — che lo scopro?

— Ma che vuoi tu scoprire? Fammi il piacere! — gli disse il babbo.

— Vuoi scommettere?

Mio padre lo prese piuttosto in canzonella; Paccheri cominciò a questionare; ci mancò poco che non venissero alle mani.

La sera, e babbo, lo sapete, aveva sempre quell’aria di canzonatura, ritrova Paccheri nel ritornare a casa e gli dice sempre celiando;