Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Il libro del comando | 57 |
«Qualche volta ch’i’ passi di lì, me le farà vedere, — rispose Pietro; — ora è troppo tardi.»
«Vieni quando vuoi, ma non indugiar tanto, perchè te l’ho detta la ragione; se non avessi bisogno di quattrini non le venderei...»
«Ci verrò domani.»
— E ci andò. Mi ero scordato di dire che questo Pietro trafficava in legname di castagno, in assi, in doghe e in fondi da tini e da botti. Il priore lo fece passare in canonica, gli dette mangiare e gli messe davanti un bel fiasco di vino, di quello che arrivava presto. E ogni momento mesci, ogni momento mesci: il bicchiere era sempre colmo; e quello tirava giù, tirava giù come se fosse stata acqua del borro: per farla corta gli fece pigliare una sbornia di quelle proprio solenni. Quando uno è ubriaco, non sa più nè quel che si fa, nè quel che si dice. Basta domandare, per sapere. Pietro sciolse la lingua, non potette star più zitto, raccontò ogni cosa del libro, e ne disse anche di più di quel che voleva sapere il prete. Ma benchè ubriaco, il libro non glielo voleva far vedere.
«Fammelo vedere!»
«E poi non me lo rende!»
«Che vuoi che io ne faccia? Ti dico che te lo rendo.»