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48 | Il libro del comando |
l’Assunta; — a buon conto ancora non c’è tornato.»
— Una sera era un tempaccio indiavolato, pioveva a ciel rotto, il vento mugghiava fra i castagni, e pareva volesse sbarbare la casa da’ fondamenti. Erano tutti li intorno al fuoco a far le bruciate, discorrendo del più e del meno; l’Assunta diceva:
«Non abbiate paura, non ci si vede più. Non vi sarebbe altro che venisse stasera!»
«Tira troppo vento!»
— In questo mentre abbaiò il cane.
«Volete scommettere che è lui? — esclamò il capoccia.
— Era Pietro davvero! C’è da figurarsi come rimasero tutti. E il bello fu che se lo videro apparire in cucina senza che nessuno fosse andato ad aprire. Era solo; appena fu entrato in casa, l’Assunta tutta impaurita disse a Santi:
«E ora?»
«Stai buona, lascia fare a me — rispose Santi.
— Andò incontro a Pietro, e lo prese per un braccio:
«Pietro, fatemi il piacere, venite qua, ho bisogno di parlarvi una parola.»
«Due — rispose Pietro come in aria di canzonatura.
Andarono in un canto, e Santi, che era un