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4 | Il Diavolo |
istava a far discorsi, veniva subito alle mani: lo sa Dio, le volte che si sarà picchiato. Ogni poco, chi lo voleva era al tribunale: in carcere ci sarà stato cento volte, e si era mangiato mezzo il suo in liti. Non c’era persona del vicinato, colla quale non avesse avuto che dire. E bella: quando si attaccava con qualcheduno o a parole o a fatti, andava quasi sempre a capo rotto, ma a lui non importava; a torto od a ragione gli bastava di leticare. Tante volte gli dicevano per suo bene:
— O finiscila, Chirola, lascia andare, che a quistionare tu non ci guadagni nulla: alla fine dei conti tu avrai il male, il malanno e l’uscio addosso.
— Io non ho paura di nessuno — ripeteva sempre — quando ho quistionato, mangio con più appetito.
— Lo troverai da ultimo qualcheduno che ti metterà giudizio — gli diceva suo fratello.
— Ma intanto l’ho da trovare. Ho leticato con tanti, e nessuno finora mi ha mangiato. Vo’ durare finchè campo, e se fosse vero che ci fosse il diavolo vorrei leticare anche con lui.
Aveva sempre questo intercalare:
— Se lo trovo questo vecchin f...., tu senti che botte; si deve fare a chi se le dà più belle.
Il vecchio stette un pezzo alla dura, ma alla