Pagina:Giovanni Magherini-Graziani - Novelle valdarnesi.djvu/209

166 Fioraccio


— Non abbiamo pensato ad una cosa. Incassarlo bisognerà incassarlo, perchè è marcio, e vi sarebbe da perderlo per la strada. E incassato chi lo porta per otto miglia? La cassa è di castagno, è pesa; ci vorrebbero che uomini! O chi prendesse un baroccio?

Combinammo di portarlo col baroccio, che andai a cercare da un mio cugino con la scusa di avere da portare certi fondi da tino. Poi andai con Cecco, che non voleva venire, e verso le ventiquattro e mezzo prendemmo la cassa, e la portammo al camposanto. Ma quanto fiato ci perdessi con Cecco lo so solamente io. Non voleva venire a nessun costo. E aveva anche ragione!.... Era sempre lì, come fu lasciato la sera avanti. Che faccia! Dio Signore! Si vedeva subito che era dannato! Da quella veste bianca gli usciva quella testa nera, colla cotenna gialla, con quei due dentacci fuori e cogli occhi fissi infondo alle buche.... pareva che ci guardasse....

— Andiamo, prendilo di sopra — dissi io.. — Mi rivolgo... discorrevo da me solo... Cecco era fuggito. Lo sento nella strada e lo chiamo:

— Cecco?

— Che vuoi?

— E che facciamo?

— Senti veh! Se puoi far da te, bene, se non puoi fare, chiama qualcun altro. Me, mi