Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Fioraccio | 155 |
— Non ti dirò, ma tante volte....
— E io lo risotterrerò, proviamo....
Il giorno, me ne ricordo come fosse ora, andavo a fare accomodare dal fabbro certe marre, e m’imbattei in Cecco, che veniva dalla stradella del camposanto colla vanga e colla pala in spalla.
— Che hai messo qualcun altro a dormire? — gli domandai:
— Se tu sapessi! — mi rispose.
— Che cosa?
— Ho risotterrato Fioraccio.
— L’hai sotterrato oggi? Almeno ce l’hai tenuto il suo tempo all’aria, — gli dissi io. — Che avevi paura che non fosse morto bene?....
— L'ho risotterrato! — E mi raccontò tutta la storia.
Io non ci volevo credere e mi rammento che dissi:
— Scommetto che ci è qualcuno, che l’aiuta a uscir fuori!
— Lo credo anch’io che qualcheduno l’aiuti; e ci vuol poco ad indovinar chi!
— Ho inteso quel che tu vuoi dire: no no qualcheduno colla vanga e colla pala.
— Si fa una cosa? Si sta a vedere stanotte noi due? Hai paura?....
— No, — mi rispose, — solo non ci starei, con te sì.