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152 Fioraccio


chiamare il priore in fretta e in furia, ma arrivò che era bell’e spirato.

Il fatto successe nel 1837; molti sono ancora vivi e verdi, e lo potrebbero raccontare meglio di me. Appena morto diventò tutto nero; andava via a pezzi. Suonarono, lo portarono in chiesa, e poi al camposanto, dove lo sotterrarono.

La mattina dopo avanti giorno (saranno state le quattro) il priore, che era a letto, sente picchiare, e domanda chi è, credendo che fosse una chiamata per qualche malato.

— È Cecco, — disse la serva.

— Chi Cecco?

— Cecco del .....

Era il becchino.

— O che diavolo vuole a quest’ora?

— Vuol veder lei.

— Fatelo passare..... sentiamo.....

Cecco si affacciò sull’uscio col cappello in mano.

— E ora, che c'è di nuovo?

— Una cosa che pare impossibile. Ier sera non sotterrai Fioraccio?

— Sì, e bene?

— È scappato di sottoterra.

— Come?

— È scappato di sottoterra!

— Impossibile!