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148 | Fioraccio |
bene bene, e lo mandò via di casa. E così Fioraccio rimase solo. Solo in casa e solo in bottega, poichè anche in bottega da ultimo non ci capitava più nessuno, perchè avevan paura delle bestemmie.
— Qualche volta gli si deve aprir la terra sotti i piedi! — dicevano tutti. La sua bottega la chiamavano l’Inferno, e ora quando si sente uno bestemmiare di molto si dice:
— O che è rinato Fioraccio?
È passato in proverbio.
E così campò molti anni. Ma alla fine arrivò l’ora anche per lui. Principiò a diventare scaduto, a levarsi tardi la mattina e ritirarsi presto la sera. La bottega si vedeva aperta un giorno sì, un giorno no; due sì e tre no. Era diventato strutto, tutt’ ossa e pelle, pareva un morto che camminasse, ad andare tentennava, e non si levava più il veggio di tra le mani. Tutti dicevano:
— Eh! Fioraccio c’è per poco!
C’era per poco davvero! A bottega non ci si vide più: qualche volta si rivide affacciato alla finestra, proprio nel mezzo del giorno, quando era caldo; ma con una cera da far paura: si vedeva proprio che reggeva l’anima coi denti. Era troppo brutta la sua malattia. Era mal di vecchiaia, e di quello lì non si guarisce! Poi si allettò, e invece di ravve-