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136 | La strega |
sera: era tisico rifinito, e si struggeva a poco a poco come una candela? Quando vedeva passar qualcuno di sotto, diceva sempre: A chi la devo lasciare la mia roba, a chi lascio? Ma tutti lo conoscevano, e non gli rispose mai nessuno.
— Davvero! che cose ci devono essere in questo mondo!
Intanto si era fatto buio, e dopo qualche minuto ci separammo.
Una mattina volli andare al piccolo paese di P... Il vecchio cane della fattoria camminava avanti a me per la bella strada quasi piana, tagliata nel monte: sotto a me le pendici piene d’olivi; le colline più sotto si ergevano dall’aria nebbiosa della valle; il sole era poco potente e guardavo la mia ombra sulla strada bianca. Ad un tratto vidi un’altra ombra accosto alla mia: era l’Annina, scalza, che s’accompagnò con me, ed attaccò subito discorso dicendomi che andava a P... a comprare il sale. Arrivati ad un crocicchio, dal quale si vedeva spuntare tra gli olivi un campanile annerito; mi disse:
Vedrà che bel paese è P...! Firenze non c’è per nulla!
— Vedremo!
E dopo pochi minuti arrivammo. Il paesuccio è fabbricato sopra una balza scoscesa